sabato 15 settembre 2007

Fantomatiche illusioni
Colonne dissidenti
Sopportate ancora
Il peso

Trascino
Noncurante
Le cariatidi che
Paralizzate
Ascoltano ormai
La vita

Deserto fiorito
Immagine seducente
Sfalsata e illudente
Perfetto sfondo
Per il mio tempio
Vuoto

Rigonfio
Attende
Rigonfio
di idolatrati
pensieri
di idolatrati
piaceri

Consapevole sacerdotessa
Accendi il fuoco,
la brace
Della vita
Brucia
La tristezza infinita
Brucia
La magia che maldestra
Ti tormenta la testa
Brucia
Le santissime lodi

Brucia allo specchio
E taci per sempre.

lunedì 10 settembre 2007

Sprezzanti
Nubi nere
Mi accarezzate nel giorno-notte
Austere

Mi stringete
Contro un muro
Con il vostro
Fare
Lieve e opprimente
Strisciante
Schiacciante
Come specchi riflessi
Di abominevoli
Creature
Appagate

Contorsioni
Letali
Mi spingete

Dove
Nessuno vuole
Entrare

Dove
Non mi riesco
A guardare

Dove
Il disprezzo
È soprannaturale

Dove
La paura
Agita inconsapevole
Corpi
Senza testa
che frenetici
cercano di riparare
Un cane basso
dallo sguardo
triste e
assente
striscia tra
polvere e parole.
Io lo vedo
di riflesso
si muove.
L’ingombrante
tormento
lascia il posto
a divoranti
vuoti.

domenica 9 settembre 2007

Abbandona
lo scettro,
re del nulla.
Dissimula
ogni sospetto,
baluardo dell'anima.

Conta i passi
ora.
Prosegui il cammino
e poi
conta ancora
(i conti tornano?).

Smettila
di urlare.

Non pensare,
calma e poi
comincia a
parlare.

Buio e luce
fastidiosa.

Oggi volevo
pioggia.

Oggi speravo
acqua.

Oggi chiedo
solo.
Ma il sole
brilla,
brilla,
brilla lontano.

E brucia, arde,
corrode piano
piano.

Frenesia mentale
ascolta questo
vuoto mortale
Impavido cavaliere,
scendi,
stringimi
la mano e
portami con te,
lontano...
La catena
di finzioni
chiamate
rapporti
improvvisamente
si è spezzata.
Un lucchetto
stanco ha
lasciato
la chiave
appesa.
Entrate pure,
tanto è
rotta.
La mia anima
vaga
un vortice che
vorticosamente
gira.

Ma su questa
finzione,
mi chiedo,
perché danzare?
La mente
altrove
il fisico
che, passivo,
meccanicamente
muove e
annuisce.
Mi chiedo
perché.
Ogni giorno
Ogni notte.
Vuoti che
si riempiono
di attimi
sospesi.

Inutile
pensiero
non correre
e fermati
qui.

Piacere
istantaneo
e infinita
sofferenza.
Cartoline dell'anima
inviate
al nulla.

Non vi è affrancatura
spero
che nonstante
la pioggia
possiate giungere
a destinazione
sane e salve.

Forse
distrutte, logorate
dal tempo.

Lo scrivente
firma
senza coscienza
o forse
con indolenza.

Non saluta,
non ringrazia,
non spiega,
non parla.

Scrive.

Frammenti di viaggio

Immense
distese di
nulla
campi, alberi.
Desolati spiriti
si aggirano
da queste parti.
Pochi sentieri,
ma dispersioni
totali.
Quando senti
il mondo diverso.
Quando avverti
che sei
distante.
Quando gli altri
ti guardano e
tu, straniero,
non vedi
non senti
non capisci.
O quando
forse
le tue perplessità
appaiono folli
discorsi,
per te mere
banalità.






Un fantoccio
di dubbi
risiede dentro
me.
Spaventapasseri
in campi di
grano
arsi e maturi.
E' lì.
Non è reale
forse.
Ma è lì.
Il compito
lo assolve,
la vita si evolve,
ma lui è lì.
Ingombra l'anima
e le
impedisce,
ancora,
di rubare
il grano maturo,
che inerte
continua a seccare
sotto un sole
che, nonstante tutto,
continua
a brillare.






Ho mal di
testa
e l'ingombrante
fantoccio
chiede pietà.
E' stanco,
ha voglia di
lucidità.






Attendo
ansiosa
l'incontro
con il cavaliere
errante,
regale
fiero
gentiluomo a cavallo,
in cerca
di sapere.
Metafisiche
atmosfere
Spiriti
erranti
Poesia e stelle
nella razionale
fantasia.
La numerologia
della mente,
la numerologia
che sorprende,
l'eccezione
amata.






Uomo fiero
che
cammini
lungo
quel sentiero.
Tu sei con
me
ed io con
te.
Alla ricerca
di quel
senso
perduto,
di quel verso
smarrito.

Riflessioni frammentarie di viaggio

A volte si fuma
per trascorrere
il tempo...
O forse solo
per segnare e
solcare i momenti
che passano.

Attimi dopo
attimi.

Per rendere visibili
con anelli di
fumo
frammenti di vita
frammenti di tempo
che altrimenti
resterebbero
vuoti,
inerti.

Le anime in
attesa
fumano.






Pensieri della notte,
mi chiedo,
perché non
mi lasciate?
Dubbi,
domande
e risposte
prive di
fondamenta
allontanatevi
e lasciatemi
vivere
in pace.






Una vecchia
Cinquecento, inconsapevole,
è diventata
il bersaglio preferito
delle mie
cicche.
Ogni cicca
una sofferenza
un dispiacere
una delusione.
Ma cosa c'entra
la vecchia Cinquecento
inerme,
priva di vita?
Cosa c'entra?
Il mio è un piacere sadico.
Lancio e attendo
di vedere
cosa succede.
Prenderà fuoco
prima o poi?
...
In fondo
l'idea
di provocare un
rogo
mi intriga...






Tutti volevano
la rosa perfetta,
quella più bella.
Ma la più
bella, in realtà,
era quella
in punta appassita,
piena di vita,
ma ancora
smarrita.






I poeti
giocano con
le parole
e confondono
la vita con
la poesia.