giovedì 31 maggio 2007

Il tempo si è fermato. Si è fermato per pochi istanti... e ho riconosciuto l'effimero frammento eterno.
La luce ha paralizzato il cielo, l'aria e la memoria.
La luce ha paralizzato i miei pensieri e la mia concentrazione su quell'istante.
La luce mi ha stordita...

Perché questa non diventa vita?! Ma solo frammenti di magia?!
Venderei l'anima per provare la stessa emozione ancora...

martedì 29 maggio 2007

Un urlo straziante dentro di me.

mercoledì 23 maggio 2007

Senti calare
il mondo
Cala
Da te
Sei un essere che confuso
meccanicamente vaga
Tra i suoi pensieri
Fusioni
Di oggi e di ieri
Di domani sarà
Di domani
Non so
Di domani
Non lo so

Il mondo cala
E tu sei un sasso
troppo pesante
per volare
Ma abbastanza leggero
per farsi trascinare
E rotolare
Dal vento.

Confuso
Cerchi di respirare
Ora respiri
Ma il mondo cala
Controfigura di un essere assente
Nella fusione del corpo
E della mente
Ti trascini in questo mondo
Vago

Sei giunto
Al punto.
Il vento è perso.
Il mondo cala e tu con lui.
Emergi nel torpore e
Affondi
Resti in equilibrio ma sei una comparsa.

Dolce vagare
Confuso nulla
Piacevole per una volta
Quando le membra stanche
Si lasciano
Cadere e
Abbandonate
Al mondo
Cercano la pace,
Il nulla.

Il nulla
Che ti culla
Il nulla indulgente
Il nulla che ti cerca
Il nulla che donerà
il sonno.

Vuoto
Tanto odiato
Ora cercato e implorato
Ora tu cerchi pace
Ora solo l’utero del vacuo
Ora solo atarassia
Dell’anima
Viene.
Cullami
Ipnotizzami
Meccanicamente spingimi.

Accogli la mia preghiera.
Lasciami stare una sera
Lasciatemi inerte
Nel corpo e nella mente
Lasciami arbusto
Non pensante
Arbusto che dondola
Arbusto che non teme di spezzarsi.

venerdì 11 maggio 2007

L'orco e la bambina

La bambina aveva paura, tremava... sentiva palpitare forte il cuore. Sapeva che avrebbe continuato a subire questa emozione ogni volta che lo avrebbe visto, ogni volta che lo avrebbe sentito parlare in quel modo, con quel tono minaccioso e risoluto.
Un'ansia opprimente e palpitante si era impossessata di lei... Voleva piangere, tremava. Ma restava impietrita. Come un orco cattivo, un mostro psicologico... lui la controllava... voleva controllare i suoi pensieri... così innocenti e perversi al contempo... la bambina capiva che proprio i suoi pensieri erano vittime atterrite dell'orco cattivo... L'orco in realtà era buono, non voleva farle male... ma inevitabilmente, ogni volta che entrava nel contorto labirinto cerebrale, impazziva e rischiava di soffocarla con le lunghe mani della mente. Faceva male, lei soffriva, entrava in un vortice vertiginoso di ansia e palpitazione, un blocco assurdo che le impediva di continuare a respirare come sempre cercava di fare... cominciava a chiedersi se quella sensazione, quella dimensione opprimente di persona seppellita viva, con la terra tra le labbra, non fosse l'anti-vita... La bambina soffriva, stava male... ma soprattutto aveva tanta paura... Paura che l'orco tornasse all'attacco, paura della claustrofobica sensazione, paura delle palpitazioni, paura di quelle minacce verbali che la atterrivano come non mai, paura del battito sempre più forte che si faceva sentire fino alla gola...
Ogni volta che si trovava in quelle situazioni era convinta di provare le stesse emozioni che si vivono in prigione: un corridoio lungo dove correre, correre, scappare... finché non si arriva alle sbarre finali. A quel punto si sarebbe girata e sarebbe stata costretta a guardare in faccia il suo assassino... In realtà la bambina sapeva che se avesse visto negli occhi il suo carnefice, vi avrebbe scorto il riflesso del suo volto... Ma aveva paura, come sempre, di guardare dentro, in profondità... Sapeva che la stessa irrazionalità che muoveva l'assassino, l'orco, il suo inseguitore mentale, in realtà muoveva anche la sua folle corsa verso l'ignoto.

giovedì 10 maggio 2007

Mi sei entrato
dentro come una
malattia

Sei l'ossessione
da dimenticare
da scacciare

Il brivido
cerebrale
che febbricitante
mi porta a
delirare

Infenzione mentale
patologia dell'anima
Ascolta la
mia preghiera
Scappa, corri,
fuoriesci da
questo mare
ammalato

Ammalato,
privo di vita,
infetto,
inquinato

Aiutami a guarire e
a non più sentire

Morte Cerebrale

Smettere
di cercare
il tuo pensiero
Credere
che tu sia vero

Amo e Odio

Il deserto
accoglierà
un ennesimo rifiuto
risoluto e senza pace

Ti odierà,
ti vorrà,
ti cercherà

Ma l'acqua
tarderà a venire
resterà un germoglio
appassito
un brivido vitale
che presto
svanirà

Io morirò con te,
mia dolce speranza.
Pandora saprà
discernere
la gioia dal dolore
il tormento dal calore

Io attenderò
Invano
un tuo sospiro
un tuo vago
respiro.

Tu non saprai
mai prendermi
Tu non vorrai
Io guarderò
passiva
il mondo,
lo specchio e
il tuo profondo

Consapevole
cercherò conforto
nel bicchiere
mezzo vuoto,
nella banalità
di un giorno
senza fiato
nell'invidia
di una parola,
interpretando
il mondo e
la finestra malata
su una realtà
scomoda e
risoluta.

Piangere
Piangere
e infine
morire.

La morte cerebrale
amata e invocata
mi accoglierà.

Solo così
avrò pace
Solo così
potrò dimenticare.

lunedì 7 maggio 2007

La luce e la bambina

Strane sensazioni la portavano a pensare e rimuginare... la mente batteva sempre lì... una ferita costantemente aperta. Da quando lo aveva incontrato era tornata indietro nel tempo... Eppure il tempo si era fermato da anni... la vita scorreva, scorreva, passiva e afasica... finché non aveva reincontrato la luce... quando veniva riscaldata, lo sapeva, era tempo di cambiamenti... gravi sconvolgimenti, discussioni col suo io fino allo sfinimento... tormenti, angosce, dubbi... ma ciò che più le piaceva di quando c'era lei, la luce, è che al suo ritorno, paradossalmente, in un'altra dimensione, quella del pensiero, della mente, della testa, stava bene... riusciva ancora a sognare e a illudersi. Questo ritorno ciclico degli eventi la spaventava, ma la rendeva viva... la spirale del tempo, con i suoi corsi e ricorsi storici, era un chiaro segnale... stava per accadere qualcosa di particolare... lo sentiva...
In realtà quella sera aveva avuto una strana sensazione... durante un rapporto aveva avvertito la cattiveria e la violenza del puro possesso... strano... non si era mai posta limiti alla fantasia... ma era davvero strano... una brutta sensazione... possesso fine a se stesso... lei che aveva sempre voglia di essere presa nella totalità quella sera trovò quasi una violenza psicologica quel rapporto... aveva voglia di sentirsi parte spirituale e carnale... ma di un'altra persona... non era il momento, il luogo adatto, l'umore giusto... era la prima volta che avvertiva questa sensazione quasi fastidiosa... era preoccupata... ma pensava alla luce e tutto passava... lei c'era... lei la conosceva veramente... lei che non l'aveva mai sfiorata, se non per riscaldarla, avrebbe potuto prendrela e capirla nel corpo e nella testa... sensazioni forse... ma molto vive.
La luce era ignara e questo un po' la rammaricava... la scaldava, le dava gioia... ma lei non lo sapeva... forse la luce era all'oscuro di tutto ciò... e questo, forse, la faceva soffrire più di ogni altra cosa... la luce non avrebbe mai osato toccarla, farle provare quello che lei sognava e aveva più volte immaginato...
Era cambiata, era diversa... gli uomini la guardavano in modo diverso... la luce, quando c'era, brillava negli occhi... quando era assente la gettava nel più cupo sconforto...
E lei continuava a sognarla, a pensare e ripensare alla sensazione che avrebbe potuto provare con la luce accanto...
Quella sera più che mai pensò a lei... era sconvolgente... probabilmente nella realtà non sarebbe mai accaduto... la luce si sarebbe rifiutata, sapeva di non essere presa seriamente in considerazione da lei, se non per piccoli lampi di infinità... quelli che la riscaldavano e la illuminavano, proiettandola nel mondo delle idee.
"Benvenuta nell'iperuranio degli umani!", era questa la frase che la luce avrebbe potuto dirle, se avesse avuto la facoltà di parlare... lei si sentiva bene in quel mondo... era come piaceva a lei, tranne quel piccolo grande particolare che a quanto pare rappresentava un ostacolo insormontabile... la luce non si concedeva... forse non poteva... la accarezzava e se ne andava, lasciandole la sensazione di infinito e niente di più.

sabato 5 maggio 2007

Per riconoscere la bellezza dell'anima

La bellezza di un'anima è cosa rara ...

quando incontri un'anima bella la vorresti tenere con te, per coccolarla, cullarla, accarezzarla, darle la mano...
quando incontri un'anima bella vorresti confrontarti con lei, perché lei sì, può capirti un po'...
quando incontri un'anima bella hai paura...
quando incontri un'anima bella diventi timido...
quando incontri un'anima bella ti fai coraggio e il timore e la paura vincono sul bisogno che è in te...
quando incontri un'anima bella soffri... tanto...
quando incontri un'anima bella stai bene e stai male al contempo...
quando incontri un'anima bella capisci che la voglia di piangere e di sfogare l'urlo insonorizzato che hai dentro emerge sempre più...
quando incontri un'anima bella dopo un po' ti chiedi se tu sei anormale o se anche le altre anime belle la pensano come te...
quando incontri un'anima bella piangi...
quando incontri un'anima bella ti emozioni...
quando incontri un'anima bella non capisci perché tutto sia così difficile...
quando incontri un'anima bella pensi solo alla purezza e al bello...
quando incontri un'anima bella vorresti dialogare con lei all'infinito...
quando incontri un'anima bella non capisci più niente...
quando incontri un'anima bella vedi la luce negli occhi...
quando incontri un'anima bella sei nudo e sai che lei ti ti scorge oltre le apparenze
quando incontri un'anima bella vorresti urlare al mondo
quando incontri un'anima bella sei confuso
quando incontri un'anima bella devi capire
quando incontri un'anima bella vuoi fuggire con lei
quando incontri un'anima bella ti basta la sua compagnia, anche silenziosa

Esorcismo a quattro mani

Sento soffocare
Il tuo respiro
Dentro me

Sale lentamente
La pesantezza
Di ogni ferita
Di ogni dubbio
Di ogni angoscia
Infinita

Calpesti l’erba
I germogli che
Timorosi si rivolgono
A te

Radere al suolo
La realtà
Annientare
L’illusione,
l’ossessione cercata
e odiata

Cercare un senso
Uno sguardo
Un assenso
Girare le spalle
Corrispondenze malate
Che il mio Umore
Cerca e detesta

Uccidere l’azione
A discapito
Di un’emozione,
di un pianto
di una vita
di un corpo
estraneo, prigioniero
della testa e
delle lacrime

Aiutami a guarire
Ad avere la
Certezza
Nel sentire

Fa’ che la bambina
Resti tra le tue mani.
Proteggila
Dalla brutalità
Solo poesia
Amore e
Fantasia

Amala come sai
Guardala,
cercala e
non morirai.

A cosa serve essere sensibili?

Non serve a niente...
le troppe emozioni potrebbero avere un duplice effetto a seconda dei casi clinici. Nella patologia B vi porteranno ad esprimervi come nessuno mai è riuscito, a trasmettere le emozioni e ad emozionare come nessun altro ha mai fatto (e per questa vostra capacità vi dovrebbero ringraziare tutti, ma nella realtà sarete respinti proprio in virtù di questra rara caratteristica); nella patologia A, invece, le emozioni vi bloccheranno, vi annienteranno come uomo e per difendervi sarete costretti a retrocedere sui vostri passi, ad annullare ogni bagliore interiore, tirerete a martellate un interesse, finché questo non rientrerà nei canoni della cosiddetta normalità.
Ebbene, che voi rientriate nella casistica della patologia A o B, non cambia niente: soffrirete comunque.
Permettetemi solo di esprimere la mia simpatia verso la tipologia B, che ingenuamente crede ancora di poter trovare individui ugualmente insani.

venerdì 4 maggio 2007

Precipitazioni abbondanti

Come mi sento bene in questa primavera-autunno... confusa, gioiosa e malinconica al contempo... oggi è una giornata di rara bellezza... peccato che io debba osservarla dalla finestra... o forse è questo che la rende ancora più bella... la staticità della prospettiva, il lento scorrere dell'acqua in un contesto estemporaneo...
La mia ossessione continua... ma è completamente piacevole... alcune letture mi hanno rattristato un po', mi hanno scatenato un groviglio di emozioni e sentimenti che al momento mi hanno destabilizzato ... ma ora va meglio... sentimenti che non voglio citare... è troppo pericoloso farlo...
Ti prego luce, calmami, portami in dono un bacio e chiudimi gli occhi... solo così avrò finalmente pace.
Mi consumi
Mi corrodi
Mi distruggi

Sei il mare ossessivo
Che straripa
Nella mente

Sei la linfa vitale,
la sorpresa infinita
che non voglio finisca

Dolce poesia,
mi accarezzerai…

L’Umore ansioso
Triste e gioioso
Ti accoglierà
Ti prenderà
Ti vorrà

Tra Paura,
Sogni e
Realtà…

Tornerà il battito
Infantile
Il respiro
affannoso e gentile
La semplicità di un
Filo d’erba,
la voracità dell’anima
piena…

Io sarò te
Tu sarai me

mercoledì 2 maggio 2007

Rovesci sparsi...

Giornata alquanto uggiosa, che induce a lunghe riflessioni... frammmentarie, ovviamente...
Forse ho capito che la cosa che più mi turba in questo momento è l'incapacità di affrontare una determinata situazione in modo sereno. Probabilmente la sofferenza che deriva dal mio pensiero ossessivo e ossessionante dipende proprio dal mio approccio: non riesco a discernere la gioia dal dolore, il piacere dal malessere... ed è tutta una questione di interpretazione... ma quando l'uomo comincia a interpretare si perde. Spesso attribuiamo significato a ciò che significato non ha. Spesso vogliamo leggere un senso in ciò che senso non ha... Insomma... le stelle mi dicono di attendere, un po' passiva, un po' ingenua e un po' fatalista. Ho una certezza: non prenderò alcun tipo di decisione. Non voglio e non posso decidere niente in questo momento. Sono umana... pure troppo!