lunedì 20 agosto 2007

deliri...

Quella sera decise di bersi una birra. Sola. Aveva constatato che la natura umana non aveva più niente da offrirle. Da dimostrarle. E lei stessa si era convinta che la banalità del male non poteva che portarla alla deriva. Ciò che più la assillava era una strisciante paura… il timore di guardarsi allo specchio, di auscultare la propria anima e di scorgere infine la stessa identica banalità che in fondo faceva compiere alla terra quella rotazione tanto negata nei secoli. Ma come sarebbe stato il mondo se la teoria eliocentrica non avesse attecchito e se gli amici della scienza non avessero più continuato a cercare e indagare sul cosmo, al di là delle implicazioni storico-religiose? Decise di lasciare perdere questo discorso, anche se, a dire il vero, senza nulla togliere ai vari galilei, questa domanda la intrigava e la induceva a constatare ancora una volta che forse la realtà fine a se stessa non aveva senso, o meglio, il mondo sarebbe stato molto più pittoresco alla luce di una terra immobile, senza antropocentrismi di convenienza, ma con una visione più magica del cosmo, della natura e delle sue creature… insomma… un escamotage per ovviare alla realtà, ma anche uno strano modo di vedere e sentire le cose… a lei normalmente piaceva tanto andare oltre… ma in questo caso percepiva un certo fastidio e nel frattempo si stava autoconvincendo di quanto fosse meno difficile da sopportare il piattume umano: bastava non ascoltare.
Nella prospettiva magico-sacrale, tuttavia, era necessario sentire, percepire, insomma farsi trasportare dai sensi. E ciò implicava un maggior spreco di energia, per dirla con la fisica.
Ebbene, quella sera si iniziò al Nonpensiero… una nuova e strana categoria che aveva coniato per l’occasione… perché pensare, si domandava?
Perché? Negare, negare, negare: ecco il Nonpensiero. Ma si accorse che il bicchiere era vuoto e decise di versare altra birra.
No, non era ubriaca… Era consapevole, tuttavia, dei propri deliri e del non-senso che la mente altrui poteva attribuirle… Decise così, da brava adepta del Nonpensiero, di interrompere ogni tipo di riflessione in materia e di attività mentale.
Un’altra notte insonne probabilmente la attendeva.

2 commenti:

Logos ha detto...

Non-pensiero... vorrei essere capace di non pensare, di vivere, di andare biologicamente avanti senza interrogarmi, la mia autocoscienza è un'anomalia bizzarra di un'evoluzione deformata, ne fossi capace di non pensare farei felice la Volontà, la Natura, sarei un essere vivente Qualunque e non questa specie di alieno che da un'altura osserva il mondo non sentendosene parte. Vorrei non pensare, per smettere di essere (non cogito, ergo non sum) e finamente semplicemente VIVERE.
Logos.
ps.
Hai una buona mano per la narrativa in prosa, perchè non tentare un racconto?

Anagrom ha detto...

Lo so, è difficile non pensare... infatti il Nonpensiero è una provocazione a se stessi... e si da il caso che la qui presente talvolta si senta una vera e propria ipostatizzazione del pensiero portato agli estremi, per dirla con finezza.
Anagrom

ps.
mah... forse non mi sentirei molto adeguata per la prosa... la mia mente frammentaria sa descrivere attimi, riflessioni, pensieri, appunto... emozioni... frammenti che per natura non possono che essere di breve durata.
Per narrare ci vogliono fatti, azioni. Ed io sono capace solo di descrivere i fatti mentali forse.
Comunque ci penserò.