mercoledì 23 maggio 2007

Senti calare
il mondo
Cala
Da te
Sei un essere che confuso
meccanicamente vaga
Tra i suoi pensieri
Fusioni
Di oggi e di ieri
Di domani sarà
Di domani
Non so
Di domani
Non lo so

Il mondo cala
E tu sei un sasso
troppo pesante
per volare
Ma abbastanza leggero
per farsi trascinare
E rotolare
Dal vento.

Confuso
Cerchi di respirare
Ora respiri
Ma il mondo cala
Controfigura di un essere assente
Nella fusione del corpo
E della mente
Ti trascini in questo mondo
Vago

Sei giunto
Al punto.
Il vento è perso.
Il mondo cala e tu con lui.
Emergi nel torpore e
Affondi
Resti in equilibrio ma sei una comparsa.

Dolce vagare
Confuso nulla
Piacevole per una volta
Quando le membra stanche
Si lasciano
Cadere e
Abbandonate
Al mondo
Cercano la pace,
Il nulla.

Il nulla
Che ti culla
Il nulla indulgente
Il nulla che ti cerca
Il nulla che donerà
il sonno.

Vuoto
Tanto odiato
Ora cercato e implorato
Ora tu cerchi pace
Ora solo l’utero del vacuo
Ora solo atarassia
Dell’anima
Viene.
Cullami
Ipnotizzami
Meccanicamente spingimi.

Accogli la mia preghiera.
Lasciami stare una sera
Lasciatemi inerte
Nel corpo e nella mente
Lasciami arbusto
Non pensante
Arbusto che dondola
Arbusto che non teme di spezzarsi.

1 commento:

Logos ha detto...

Hai il dono di creare con le parole effimere creature, emozioni vive il tempo immobile della lettura. E sai descrivere, ci si riconsoce nel tuo versificare frammentario.
Logos